Grecia in camper con i bambini: le tappe da non perdere

Quando organizzi un tour in camper in Grecia, e hai dei bambini piccoli, ci sono tre aspetti fondamentali da tenere in considerazione:

  • Come arrivare in Grecia: a meno di avere a disposizione una cosa come un mese e mezzo di ferie, il nostro consiglio è di arrivare in traghetto, ottimizzando i tempi del tragitto ed evitando possibili esaurimenti nervosi da lunghi tragitti via strada (se invece voi riuscite a gestire in calma e tranquillità lunghe tappe di guida, bè, insegnatemi come fare! E non vale suggerire l’utilizzo di sostanze psicotrope).
  • Dovrete fare una selezione dei siti archeologici da vedere, perché per quanto bravi e pazienti possano essere i vostri bambini, a meno che non abbiano la passione precoce del classicismo, al quarto tempio semi-distrutto vi manderanno a quel paese e scapperanno nella spiaggia più vicina (a piedi, se necessario)
  • Anche le strade richiedono un minimo di studio, specialmente se il camper è di grandi dimensioni o se qualcuno a bordo soffre di mal d’auto: non volete dover cambiare i rivestimenti dei divanetti, vero?

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Noi avevamo a disposizione tre settimane e abbiamo studiato l’itinerario cercando un giusto bilanciamento tra tappe di mare, visita di paesini, mete naturalistiche e siti archeologici, e il risultato ci è sembrato abbastanza soddisfacente ed equilibrato.

Era la prima volta che visitavamo la Grecia, e per questo motivo abbiamo scelto di esplorare la parte continentale, nel nostro immaginario quella più autentica. La nostra idea è stata confermata: per carità, turismo ce n’è, ma (complice anche il periodo in cui ci siamo stati, a cavallo tra Giugno e Luglio) l’impressione è che non abbia affatto snaturato il territorio, come può forse essere accaduto in alcune delle isole più gettonate.

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Una nota sul traghetto: noi abbiamo viaggiato con Minoan Lines (le altre compagnie che servono la Grecia sono Anek e Superfast), prendendo una cabina sia all’andata che al ritorno. La pulizia non si può definire eccelsa, ma nemmeno pessima. A bordo della Cruise Olimpia erano presenti bar, ristoranti, piscina, negozietto, sala giochi e area bimbi (a mio parere inagibile a causa dell’aria condizionata sparata al massimo). Insomma, nonostante la tratta Ancona-Igoumenitsa e Patrasso-Ancona sia piuttosto lunga in termini di ore, c’è modo di intrattenersi e far passare il tempo (metteteci del vostro portando con voi abbondanza di passatempi per i bambini). Ovviamente la cabina fa lievitare di molto il prezzo del traghetto, per cui, se ne avete la possibilità, cercate di prenotare con (molto) anticipo, idealmente a Novembre quando aprono le vendite, per poter usufruire della formula camping on board (che prevede solo pochi posti a disposizione su ogni nave): dormirete a bordo del vostro camper, ma potendo utilizzare tutti i servizi della nave. Questo abbasserà parecchio il costo totale del viaggio (ma mi domando chi caspita possa permettersi di prenotare a Novembre la nave per l’estate successiva).

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Per le soste abbiamo quasi sempre scelto i campeggi, che di media hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. In un paio di occasioni, la presenza della piscina è stata un plus per i bambini, che le apprezzano sempre molto. Vai a farglielo capire, che la piscina la possono trovare anche a casa, mentre un mare del genere no. Loro vedono una piscina e sono felici!

In alcune occasioni abbiamo invece scelto la sosta libera, che non ci ha dato problemi né pensieri, e anzi in un caso ci ha anche riservato una bella sorpresa. La teoria è che il campeggio libero è vietato; in pratica vedrete moltissimi camper in sosta libera. Diverse taverne consentono, se si cena da loro, la sosta nei loro parcheggi: non è però una soluzione che abbiamo sperimentato né che ci sentiamo di consigliare per famiglie con bambini piccoli (tendenzialmente sono in posizioni scomode, non in piano e rumorose).

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Per quanto riguarda le strade: abbiamo percorso un totale di circa 2000 km, spesso utilizzando le autostrade. Al primo casello, capirete subito perché sono così vuote. Pensavamo che il peggio fosse la Francia, e invece! Nonostante questo, possono essere molto comode e farvi risparmiare alcune ore di guida, per cui vale la pena utilizzarle almeno per qualche tratto.

Anche le statali sono generalmente in buono stato, abbastanza ampie e diritte, e arrivano quasi dappertutto.

Poi ci sono quelle strade che, specie in Peloponneso, vi faranno dire “macomeca*** siamo finiti qui? E soprattutto, arriveremo interi alla fine di questo promontorio?”

Il nostro consiglio: munitevi di piantina cartacea, perché un camperista lo sa: Google Maps ti fotte, sempre.

La piantina invece vi mostrerà visivamente la classificazione delle varie tipologie di strada – ad esempio, nella nostra cartina Michelin:

autostrada = più che ok;

strade verdi = ok;

strade gialle = tendenzialmente ok;

strade bianche = lasciate perdere.

Così potrete scegliere (ove possibile) quelle più comode, ed evitare di carteggiare le fiancate del mezzo contro gli speroni rocciosi. Noi vi abbiamo avvertito!

 

Argomento cibo: la cucina greca è piuttosto sostanziosa e basata su ingredienti principalmente di terra; da italiani, ci ha colpito la sua uniformità attraverso le varie regioni: i piatti tipici rimangono molto costanti, mentre noi siamo abituati ad un proliferare di tipicità e varianti locali. Non si può dire che i bambini non l’abbiano apprezzata, ma del resto Giorgia e Edoardo non sono da prendere come benchmark in questo senso: sono delle gran buone forchette e mangiano praticamente tutto, come potete ben vedere dalle immagini. Il vero problema è quanto ci costano in vitto!

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Qua sotto ho pensato di riassumere in maniera estremamente schematica e sintetica l’itinerario del nostro viaggio in camper in Grecia, con i km percorsi e i campeggi in cui abbiamo sostato, così da dare tutte le informazioni fondamentali in un colpo solo.

Poi chi vorrà approfondire le singole tappe troverà più sotto qualche informazione aggiuntiva. E se ancora non vi basta, potete sempre scriverci per saperne di più.

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Per darvi un’idea visiva dell’itinerario:

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E ora qualche dettaglio in più sulle tappe:

  • A Parga abbiamo sostato al Camping Valtos, situato ad un passo dall’omonima spiaggia. Arrivando ad Igoumenitsa, può costituire una prima tappa per prendere confidenza con il Paese e farsi i primi bagni. Durante i primi giorni del nostro viaggio, il meteo non è stato molto clemente con noi, per cui non abbiamo potuto sfruttare appieno le possibilità del luogo, anzi siamo ripartiti prima del previsto. Il paesino è piuttosto animato e mantiene una sua autenticità nonostante il gran numero di caffè e ristoranti.

Parga

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  • Le Meteore vanno ASSOLUTAMENTE incluse nel vostro itinerario, se prevede questa zona della Grecia. È un luogo molto particolare, lo scenario ricorda quasi il sud-est asiatico più che l’Europa. Sulle cime dei pinnacoli di roccia che si ergono dall’altopiano, sono stati costruiti sei monasteri, “comodamente” visitabili per mezzo di migliaia di ripidi scalini. Una strada, che non presenta difficoltà per i camper, collega tutti i monasteri: si parcheggia alla base di ciascuno e ci si inerpica su per le scalinate per visitare i monasteri e ammirare dall’alto questo scenario da film.

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I nostri consigli: partite di buon mattino per la visita; la bellezza di questo luogo non è più un segreto da tempo, e sulla strada abbondano auto e autobus di turisti: potrebbe diventare complicato parcheggiare il camper nelle ore centrali della giornata. Se preferite lasciare il camper in campeggio, c’è anche la possibilità di fare un tour organizzato che vi porterà da un monastero all’altro senza troppi sbattimenti: chiedete in campeggio, vi daranno tutte le informazioni.

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E poi, in presenza di bambini, informatevi su quale monastero è chiuso nel vostro giorno di visita (ogni monastero rimane chiuso in un giorno della settimana), informatevi sulle caratteristiche di quelli aperti e fate una selezione: non è pensabile salire e scendere tutti quegli scalini con bambini piccoli al seguito (a meno che non vogliate portarveli in spalla a titolo di ex-voto). Due o tre monasteri saranno sufficienti a farsi un’idea dell’architettura sacra ortodossa, della pazzia dei monaci che hanno avuto questa strabiliante idea e a desiderare di asportarsi i quadricipiti. I restanti li potrete ammirare dai vari punti panoramici che si trovano lungo la strada.

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Tenete in considerazione anche che con buone probabilità farà un gran caldo (problema che noi non abbiamo avuto, dato che quel giorno pioveva e pure forte – il che ci ha reso ancor più difficile percorrere le scalinate, ma ci ha regalato la visione molto suggestiva dei pinnacoli di roccia che fanno capolino tra le nuvole basse in movimento).

Se invece il meteo sarà più tipicamente greco, dopo questa sfacchinata vi sarete meritati un bel tuffo nella piscina del Camping Kastraki, dove potrete ammirare le rocce arrotondate standovene beatamente a mollo.

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  • Ad Atene abbiamo trascorso un solo giorno, dedicandolo ai must-see della città: salita all’Acropoli, cambio della guardia in Piazza Syntagma (“mamma, ma quei signori hanno i pon-pon sulle scarpe!”), giretto nel quartiere della Plaka. Inutile dire che è una riduzione ai minimi termini, e che volendo ci sarebbe materiale per trascorrere diversi giorni nella capitale, ma noi volevamo sfruttare appieno il tempo a disposizione nel Peloponneso. Per di più, detto fuori dai denti, la città non ci ha propriamente conquistato. Si potrebbe obiettare che non gliene abbiamo dato il tempo e il modo, sta di fatto che il confronto con altre capitali europee regge a fatica (opinione personale e discutibilissima, eh!).

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Con il camper qui non avrete molte opzioni: il Camping Athens è l’unico della città, e in quanto monopolista è anche il più caro che abbiamo trovato in tutto il tour. La fermata dell’autobus è proprio di fronte al campeggio: con quello si raggiunge la metro che vi porta in centro. Il tragitto non è brevissimo, ma piuttosto comodo.

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  • Lasciata Atene, si attraversa il Canale di Corinto per raggiungere il Peloponneso. Consigliamo assolutamente di fare una sosta per ammirare questo taglio lungo (6 km circa) e stretto (25 m) nella roccia che colpirà i bambini ma anche i grandi. I più impavidi potranno fare bunjee jumping in un luogo davvero memorabile. Io ci ho provato, ma il mio prudente compagno mi ha fatto desistere facendo leva sulla necessità di una madre viva in famiglia. Ovviamente, lo rimpiango, quindi se passate di qui e vi piace il genere, fatelo!

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  • Ed eccoci in Peloponneso, la penisola che ricorda una mano con quattro dita. Noi ci siamo subito diretti a Epidauro, per visitare il sito archeologico, e in particolare il mitico teatro dall’acustica perfetta. E, come potrete vedere, di perfetto non ha solo l’acustica ma anche lo stato di conservazione. Strabiliante, considerando che ha all’incirca 2400 anni.

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Da fare coi bambini: qualcuno si mette al centro del proscenio, qualcun altro sale in cima alle 55 file di gradinate (“mamma, ma quanti gradini in questo Paese!”) e si testa l’acustica del teatro, grazie a cui non è necessario alcun tipo di amplificazione, e il suono raggiunge nitidamente la cima delle gradinate. Altro che concerti a San Siro! Qui potrete sentire “Il Coccodrillo Come Fa” in tutta la sua potenza.

 

  • Ci spostiamo poi a Nafplio, una cittadina molto piacevole e ben tenuta che a suo tempo è stata la prima capitale della Grecia indipendente. Come diverse altre città greche, è sovrastata da una roccaforte, il Castello di Palamidi, che si può raggiungere…indovinate come? Ma ovviamente per mezzo di scalini, sono solo 999! Non disperate, c’è anche un’altra entrata raggiungibile in auto. Peccato che voi viaggiate in camper! Bè, vi assicuro che è molto bella anche vista dal basso.

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Sarà piacevole passeggiare tra le viuzze di questa curata cittadina e godersi la vista del Burzi, l’isola-fortezza visitabile con le barche in partenza dal porto. Per i più pigri (o per i temerari che sono sopravvissuti ai 999 gradini) c’è anche l’iper-turistico (ma sempre molto apprezzato dai bambini) trenino che vi farà fare comodamente il giro della città.

Noi abbiamo sostato per la notte nel grande parcheggio nei pressi del porto: è molto grande e illuminato, c’era anche qualche altro mezzo in sosta e non abbiamo avuto problemi.

 

  • Dopo qualche giorno trascorso tra piogge e visite di città e siti archeologici, è ora di riposarsi un po’ al mare: scegliamo il Camping Lido di Tolo che abbiamo apprezzato per la bella spiaggia con un mare stupendo. Tolo è una località iper turistica, ma il camping rimane fuori dal paese, in un contesto molto tranquillo. In spiaggia c’è la possibilità di noleggiare delle piccole imbarcazioni per esplorare i dintorni via mare.

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  • Ripartiamo per andare alla scoperta di Monemvasia, una delle tappe del cuore per quanto mi riguarda. C’è questo promontorio, collegato alla terraferma da un’unica strada, e sul lato opposto da quello di accesso, nascosta alla vista iniziale, c’è una spettacolare città aggrappata alla roccia, che guarda il mare da ogni angolo. Perdetevi tra le viuzze lastricate e le case delle stesse tonalità delle rocce (un esempio di recupero architettonico davvero intelligente), rivestite di buganvillee dai colori sgargianti. Dietro a quasi ogni angolo vi si aprirà la vista sul mare, e scommetto che anche a voi dispiacerà dover andare via.

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Nei dintorni i campeggi scarseggiano, quindi abbiamo dormito al porto, cenando in uno dei ristoranti con vista sulla rupe che si colora con la luce del tramonto. Al mattino, Edoardo si affaccia sulla banchina e grida “Mammaaa, c’è una tattauga nel mae” (sulla R ci stiamo lavorando); mi avvicino e vedo che le tattaughe sono più di una, e soprattutto sono delle caretta-caretta. Fate in modo di avere spazio nella memoria della macchina fotografica! Le furbacchione seguono le barche dei pescatori di rientro dal mare per accaparrarsi qualche pesce, quindi è abbastanza frequente poterle avvistare. Uno dei momenti più emozionanti di tutto il viaggio!

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  • Ci attende l’isoletta di Elafonissos, che si raggiunge con una breve traversata di circa 10 minuti dal molo di Pounta. Qua l’hashtag giusto è: #azzurro. Ma proprio un azzurro-azzurro! Quasi innaturale! Sull’isola non si può fare sosta libera e c’è un unico campeggio, il Camping Simos, che però è molto valido e con ottimi servizi, tra cui una navetta che vi porta al paesino, comodissima con i bambini. Dal camping si accede direttamente alla spiaggia di Simos per l’appunto, quella più famosa e che attira moltissimi visitatori (per gran parte italiani: è il luogo in cui abbiamo trovato più connazionali: le voci sui bei posti corrono in fretta!).

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Il villaggio corrisponde esattamente all’immagine che avete in mente quando pensate ad un tipico paesino greco.

 

 

  • Le Grotte di Diros meritano assolutamente una visita, non fosse altro che per la modalità con cui si visitano: a bordo di piccole imbarcazioni che scivolano silenziose tra stalattiti e stalagmiti (quei concetti fondamentali che ti rimangono impressi nel cervello dalle elementari). Silenziose come i barcaroli che vi accompagnano: non aspettatevi UNA parola di spiegazione su quanto state vedendo, e nemmeno di venire avvisati quando è il momento di abbassare la testa perché la grotta è molto bassa, o quando c’è qualche spuntone laterale. Sono fatti vostri, ok? Munitevi di arnica e godetevi in silenzio lo spettacolo della natura.

 

A due passi dalle grotte abbiamo dormito in sosta libera (insieme a diversi altri mezzi) lungo la spiaggia di Diros. Qui avrete la possibilità di passare una notte di quelle che rappresentano l’essenza del viaggiare in camper: cena sulla spiaggia, il tramonto come show serale e il mare fuori dal finestrino al vostro risveglio. Poco importa che dormirete molto poco, perché la spiaggia è di sassi e le onde che si infrangono fanno un rumore fortissimo.

 

 

  • Mystras è un sito archeologico molto interessante e atipico, parte del patrimonio dell’umanità Unesco. Si tratta di una città bizantina, quindi di epoca relativamente recente (XIII secolo), abbarbicata su una rupe a poca distanza dalla più famosa (ma meno affascinante) Sparta.

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Inutile girarci intorno: la visita qui è abbastanza impegnativa, e con il caldo può diventare sfiancante per gli adulti, figurarsi per i bambini. Per ottimizzare, evitate magari la salita fino in cima al castello (davvero impegnativa per i bambini, a causa degli scalini irregolari e sdrucciolevoli), ed esplorate la parte bassa della città, molto suggestiva con le rovine medievali sparse lungo il pendio e assediate dalla vegetazione.

 

Se i vostri sono bambini normali, è probabile che vi daranno filo da torcere durante la visita, cercando di rendervi la vita impossibile. Ma voi avete un asso nella manica: la piscina del Camping Castle View! È il momento di mettere in atto uno degli innocenti ricatti che noi genitori poco pedagogically correct amiamo usare all’occorrenza: cari bambini, voi state buoni mentre mamma e papà ammirano i resti degli affreschi medievali grondando sudore, e quando avremo finito qui potrete sguazzare per il resto della giornata nella piscina del campeggio. Affare fatto? Affare fatto!

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  • Messene è forse il più piacevole tra i (pur non numerosi) siti archeologici che abbiamo visitato. È situato in una bellissima vallata verdeggiante e ha uno stadio molto ben conservato, come il colonnato che lo circonda. Anche qui il caldo picchia duro, portatevi adeguate scorte di acqua (c’è anche una fontanella dove riempire le borracce, vicino allo stadio). Un trucchetto che utilizziamo in queste situazioni è un nebulizzatore, di quelli che si usano per le piante, col quale spruzzarci qualche goccia d’acqua addosso per rendere più sopportabile il caldo. Aiuta molto, e i bambini lo trovano sempre molto divertente.

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  • Koroni è uno dei siti di nidificazione delle tartarughe caretta-caretta. Nel Camping Koroni, da Giugno a Settembre risiedono i volontari dell’associazione Archelon, che si occupa della tutela di questa specie. Durante il periodo di nidificazione è possibile seguirli nelle loro uscite a Zaga Beach, alla ricerca dei nidi, che vengono mappati e segnalati in attesa della schiusa delle uova (intorno a fine Agosto, inizio Settembre). Vi avverto, dovrete fare una levataccia per essere alle 6.00 a Zaga Beach, ma l’esperienza sarà super, soprattutto con i bambini.

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Devono però essere abbastanza grandi da riuscire a camminare per qualche km: io infatti ho lasciato Edoardo (quasi 4 anni) a dormire in camper col papà, e ho fatto questa esperienza solo con Giorgia (6 anni e mezzo), che ha camminato per quasi 7 km! Però abbiamo avuto la fortuna di trovare un nido: si parte dall’osservazione delle tracce di mamma tartaruga (l’attività si fa all’alba proprio per minimizzare il rischio che queste vengano calpestate quindi rese invisibili). Poi si scava là dove le tracce conducono, alla ricerca di almeno un uovo che indichi l’effettiva presenza di un nido; una volta trovato l’uovo, si ricopre di nuovo con la sabbia e si applicano delle protezioni e della segnaletica che serviranno a tenere al sicuro le uova fino al momento in cui si schiuderanno. Ecco perché la spiaggia è disseminata di queste mini-impalcature bianco-azzurre.

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Il Camping Koroni è dotato di una bellissima zona piscina con vista sul paese. Però la spiaggia sottostante il campeggio non è il massimo – molto più carina quella di Zaga che però, come ho detto, è un po’ scomoda da raggiungere, essendo dall’altra parte del paese rispetto al camping.

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  • Nella mia lista di spiagge must-see c’era anche quella di Voidokilia, dalla particolare forma di Omega. Dopo esserci stati, il mio parere onesto e spassionato è che sì, per carità, è bella, molto bella, ma a) è scomodissima da raggiungere in camper, la strada è stretta e si rischia di rimanere incastrati in caso arrivi qualche mezzo in direzione opposta; b) è ventosissima! Ho parlato con diverse persone e la cosa sembrerebbe essere tutt’altro che casuale. A qualcuno potrà non dare fastidio, a me abbastanza; c) diversamente da tutte le altre spiagge in cui siamo stati, qui l’acqua era gelida! Sì, lo so, sono un po’ difficile, ma vorrete poter fare una scelta informata, no?

 

Insomma, dopo un’attenta analisi sbattimento/godimento, non sono sicura che la includerei nuovamente nell’itinerario.

Per questa tappa abbiamo scelto il Camping Erodios, molto carino e con buoni servizi. Ha accesso diretto alla spiaggia, che non è sicuramente la più bella che si possa immaginare, anche questa molto ventosa (non per niente il campeggio è pieno di windsurfer). A poca distanza (raggiungibile con pochi minuti di camminata dalla spiaggia) il villaggio di Gialova è super turistico ma è dotato di diversi ristorantini e bar dove potrete fare un aperitivo o una cenetta letteralmente pieds-dans-l’eau.

 

  • Immancabile la visita del sito archeologico di Olimpia, dove abbiamo anche visto degli archeologi al lavoro. Nonostante gran parte delle colonne siano crollate, o forse proprio per questo, è impressionante osservarne le dimensioni imponenti. Giorgia e Edoardo si sono calati nei panni degli antichi atleti, improvvisando una corsa nello stadio. Il sito è molto grande e articolato, i totem vi aiuteranno a farvi un’idea di come dovesse apparire durante l’antichità – cosa che può essere difficile, soprattutto per i bambini.

 

Da visitare anche il Museo Archeologico, nel quale sono ricostruiti i frontoni del Tempio di Zeus ed è custodita una gran quantità di reperti di ogni tipo, dai frammenti di sculture agli oggetti di uso comune.

Ci sono alcuni campeggi nei dintorni, ma noi dopo la visita del sito ci siamo spostati al mare per fare gli ultimi bagni prima del rientro.

  • Kastro Killini può costituire una buona tappa di avvicinamento a Patrasso (se state per rientrare in Italia) o una prima tappa se siete appena arrivati in Peloponneso. Il Camping Fournia rimane piuttosto distante dal paese, ma ha buoni servizi e una magnifica vista sul mare, che domina da una posizione rialzata.

 

Lungo la discesa al mare ci sono dei terrazzamenti con ombrelloni e sdraio, altrimenti si può scendere sulla bella spiaggia dal mare limpido (vi consiglio di fare due passi lungo la spiaggia, camminando per qualche minuto la spiaggia e il mare diventano più belli e ci sono delle piscine naturali che piaceranno molto ai piccoli).

 

 

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Spero che vi sia piaciuto il nostro itinerario in camper in Grecia continentale, e che magari vi abbia ispirato a partire con i vostri bambini alla scoperta di questo meraviglioso Paese. Vedrete che non ve ne pentirete!

8 pensieri su “Grecia in camper con i bambini: le tappe da non perdere

  1. Bellissimo tour la maggior parte li abbiamo fatti tutti questi posti ne mancano alcuni speriamo di tornarci presto solo che questa volta abbiamo un bimbo di un anno ma vogliamo tornarci comunque

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  2. Ciao. Un consiglio sulle Meteore. Arrivo col volo il sabato 6 maggio e mi sarebbe comodo visitarle sabato e domenica e poi dirigermi verso la Calcidica. Secondo voi nel fine settimana vedo molto affollamento, essendo ancora inizio stagione?

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